Il progetto “Avvicinare le montagne” è una vera e propria colata di cemento su un ambiente incontaminato che andrebbe tutelato, non certo distrutto. Le 100 mila firme raccolte in pochi mesi dimostrano la crescente necessità di un turismo sostenibile, che rispetti la montagna, senza devastarla con metri cubi di cemento armato, come vorrebbe invece qualcuno. Chi vuole trasformare la montagna in un parco giochi, in realtà non la rispetta.
E’ inaccettabile inoltre che la Lega, alla guida della Regione Piemonte, prometta modifiche al Piano paesaggistico regionale con l’obiettivo di distruggere le montagne.
In Commissione regionale ambiente abbiamo già espresso tutta la nostra contrarietà e molti dubbi a riguardo. Il costo degli interventi ammonta a circa 173 milioni di euro con una spesa pubblica prevista di quasi 43 milioni, che graverebbero, stando alle nuove dichiarazioni del Consigliere leghista Preioni, sul bilancio regionale.
Questa somma riguarderebbe principalmente il rifacimento delle strade. Chiediamo che le opere di messa in sicurezza delle strade vengano stralciate. Altrimenti si tratterebbe di un ricatto nei confronti delle popolazioni per far accettare il pacchetto completo.
La Regione dovrebbe pretendere la dimostrazione della sostenibilità economica dell’investimento, perché, dall’analisi del progetto, pare assolutamente sconveniente per qualsiasi investitore, avendo tempi di ritorno di oltre 48 anni per la parte ricettiva e di oltre 30 anni per gli impianti di risalita, ammesso che si verifichi l’afflusso turistico da parco giochi previsto e covid permettendo. Pensiamo che i tavoli dovrebbero essere pubblici e trasparenti, e non tra le segrete stanze del centro destra piemontese.
Inoltre ad oggi non risulta nessun business plan che attesti la sostenibilità in termini economici del piano. Non si conosce il partner privato del progetto e quali garanzie abbia messo in campo. La valutazione ambientale strategica (VAS) ha avuto inizio a marzo 2018 ed è ancora in corso ma il procedimento dovrebbe essere già concluso. Non si ha contezza delle garanzie rilasciate o previste dal privato per il ripristino e la bonifica dei territori in caso di fallimento del piano. Proprio non si comprende il perché si voglia rivoluzionare il tipo di turismo nell’Alpe Devero, che ad oggi registra più di 180 mila persone in visita, rischiando di fare un buco nell’acqua e rovinare un territorio unico.
Come se non bastasse si aggiunge la promessa della Lega di cambiare le norme regionali per consentire la realizzazione di questo assurdo progetto. Da parte nostra ci opporremo, in ogni sede, a questo progetto facendo emergere le mille contraddizioni di un’idea che distrugge l’ambiente e grava pesantemente sulle casse regionali.