Inorridisco di fronte all’insistenza dell’Assessore Marrone nel voler osteggiare a tutti i costi il Ministero della Salute sul tema dell’aggiornamento delle linee guida in materia di aborto farmacologico.
La proposta di inserire le associazioni Pro Vita nel percorso di scelta di una donna è altamente pericolosa e lesiva. Se l’Assessore desidera frequentare certe piazze oscurantiste è libero di farlo, ma non permetteremo mai che si rischi di importare idee così becere e retrograde all’interno di luoghi sensibili come i consultori.
Come si può pensare di affidare una donna in mano a gruppi di persone che, senza alcuna formazione tecnica e scientifica in materia, puntano sul senso di colpa, sulla paura e sulla superstizione per far desistere chi intraprende la scelta di interrompere la gravidanza? Davvero vogliamo sottoporre le donne a questa tortura psicologica?
Questa è violenza, come lo è qualsiasi ostacolo volto a limitare la libertà di scelta.
L’aggiornamento delle linee guida sull’aborto farmacologico, effettuato dal Ministero della Salute, si basa su evidenze scientifiche e su studi a livello nazionale ed internazionale; davvero la Regione Piemonte ha il coraggio di mettere in dubbio il parere della comunità scientifica?
Il Presidente Cirio non ha nulla da dire in merito?
In questi giorni abbiamo sentito parlare impropriamente di “abortifici”, di banalizzazione, di aborto “fai da te”. Questi termini sono distanti anni luce dalla realtà e dai dati che descrivono una riduzione del numero di interruzioni volontarie di gravidanza, in Piemonte come nel resto di Italia.
Basterebbe leggere con un po’ di attenzione i report annuali sull’attuazione della legge 194 anziché mettersi a fare propaganda su un tema così importante.
Consultare il personale sanitario sui protocolli e sulle metodologie utilizzate potrebbe essere utile al fine di comprendere il motivo per il quale si opti per il Day Hospital, o perché si ricorra sempre più al metodo farmacologico, alternativo ormai al più invasivo metodo chirurgico.
E no, nessuna donna viene abbandonata in un momento così delicato; affermare ciò è offensivo nei confronti del personale sanitario che presta tutta l’attenzione e l’assistenza necessaria a chi intraprende questa scelta.
Ferma opposizione ad azioni volte a minacciare un diritto così importante.
Sarah Disabato, Consigliere regionale M5S Piemonte