Lavoro agile, perché l’assessore Gabusi intende ostacolare questa modalità di lavoro? E’ quanto chiederemo attraverso un question time in Consiglio regionale rivolto alla Giunta. Le affermazioni dell’assessore, con delega al personale, contro lo smart working ed i sindacati non trovano riscontro nella realtà ed isolano il Piemonte rispetto alle altre regioni italiane.

Molte Regioni si sono già mosse per sostenere questa metodo di impiego che consente da una parte di mantenere gli stessi standard qualitativi di lavoro per talune mansioni e dall’altra evitare spostamenti, e conseguente minore impatto ambientale (la Banca d’Italia, con un solo giorno di smart working a settimana ha risparmiato in un anno 1.414 tonnellate di emissioni di CO2). Con questa modalità inoltre si evitano assembramenti e si migliorare la qualità della vita dei lavoratori. Incomprensibile dunque l’ostilità della Giunta.

Eppure lo stesso Consiglio regionale del Piemonte ha fatto da apripista in questa rivoluzione, essendo stato il primo in Italia ad organizzare la propria attività da remoto ed estendendo tale modalità a circa l’87% dei dipendenti. Una sperimentazione, avviata con la pandemia, senz’altro positiva, che ha fatto registrare (secondo i dati forniti dai sindacati) un aumento delle prestazioni lavorative a fronte di ingenti risparmi per la pubblica amministrazione (straordinari e buoni pasto). Risorse che potrebbero essere destinate alle fasce che, più di altre, hanno subito gli effetti della pandemia.

Pensiamo non si possa disperdere questo patrimonio di esperienze e si debba proseguire su questa strada, che produce benefici sia sotto il profilo ambientale e sia nell’ottica di conciliare gli impegni lavoro-famiglia. Molte aziende private hanno già colto le straordinarie opportunità del lavoro agile, pensiamo che anche il settore pubblico debba fare la propria parte in questo percorso di sostenibilità.

Sean Sacco, Capogruppo regionale M5S Piemonte
Sarah Disabato, Consigliere regionale M5S Piemonte