PRESIDENTE DEL PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO, DA CIRIO E PICHETTO FRATIN UNA NOMINA CALATA DALL’ALTO SENZA ALCUNA CONDIVISIONE CON I TERRITORI

parco gran paradiso
Il danno è fatto. Oggi, in Commissione Ambiente alla Camera dei deputati, il Centrodestra ha votato a favore la nomina di Mauro Durbano a presidente del Parco nazionale del Gran Paradiso. A nulla sono valse le proteste dei tanti amministratori locali, piemontesi e valdostani, che si sono visti calare dall’alto la nomina di Durbano (nome caldeggiato dalla Lega) senza alcuna condivisione con i territori. Uno strappo gravissimo imputabile al tandem composto dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dal ministro Gilberto Pichetto Fratin.

“Un’imposizione di questo tipo potrebbe creare problemi nella gestione del più antico parco italiano – dichiarano i deputati M5S Ilaria Fontana e Nino Iaria, che nelle scorse settimane avevano presentato due interrogazioni sul tema a Roma -. La figura del presidente, del quale non mettiamo in dubbio le competenze, dev’essere capace di creare coesione. Così non è. Se ci saranno situazioni di stallo nel momento delle decisioni, sapremo di chi sarà la responsabilità: del presidente Cirio e del ministro Pichetto Fratin”.

La questione era stata affrontata anche in Consiglio regionale del Piemonte con l’interrogazione dei consiglieri M5S Sarah Disabato e Sean Sacco. “Per gestire un patrimonio naturalistico così importante non servono spaccature, ma comunione d’intenti – affermano -. Invece di imporre una scelta politica, il Centrodestra avrebbe dovuto ricercare la massima condivisione, aprendo un confronto degno di questo nome con le comunità locali. Un confronto che è totalmente mancato”.

“Questa nomina viene portata avanti in aperto contrasto con quanto richiesto dai sindaci valdostani dei comuni del Parco Nazionale del Gran Paradiso che chiedevano che il nome del nuovo presidente del più antico parco d’Italia fosse frutto di una scelta condivisa e non imposta – aggiunge Erika Guichardaz, consigliera regionale di Valle d’Aosta Aperta, coalizione composta da M5S, SI, ADU e ADGA -. Ancora una volta tutto questo avviene nel totale silenzio da parte dei nostri parlamentari e del presidente Testolin”.

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